Abbiamo scelto questo tipo di approccio non per seguire la tendenza del mercato automobilistico (adesso persino in Formula 1!), ma perché ci consente di affrontare con maggiore flessibilità la crescente varietà di sistemi operativi (Android, iOS, Windows Phone, Firefox OS, Tizen,...) e dispositivi.
Ma cosa significa "ibrido" in questo caso? Significa che le app vengono inizialmente sviluppate con i tipici linguaggi per il web (html, css, javascript), per poi essere tradotte con opportuni strumenti in app native per le varie piattaforme.
Nella fase di traduzione possono essere aggiunte funzionalità avanzate, tipiche dei dispositivi mobili, come l'interazione con la fotocamera, l'accelerometro, il giroscopio e la geolocalizzazione.
Al termine del processo di lavorazione le app possono quindi essere pubblicate sui vari "store", consentendone una potenziale ampia diffusione.
Le app ibride si pongono quindi a metà strada tra le web app e le app native, cercando di prendere il meglio da entrambe: velocità di implementazione, facilità di aggiornamento, compatibilità con vari sistemi operativi senza rinunciare alle funzionalità avanzate.
Ovviamente sul fronte prestazioni non possiamo aspettarci la stessa reattività delle app native, ma vediamo che il gap si sta riducendo con l'aumentare della potenza dei dispositivi.
All'orizzonte si intravede già la possibilità di interagire con una grande varietà di oggetti indossabili (occhiali, orologi, braccialetti...), ma di questo avremo modo di riparlare, magari tra qualche post ;-)